BMC, Porte saluta con il ritiro in Cina: “In questi tre anni mi sono divertito”

Si è conclusa l’avventura di Richie Porte alla BMC. Il 33enne corridore australiano, reduce da un 2018 da dimenticare dal giorno della famosa caduta al Tour de France in avanti, saluta la squadra che lo ha ospitato negli ultimi tre anni con un ritiro al Tour of Guangxu 2018 a causa del forte maltempo che ha investito la seconda tappa. Prima di far calare il sipario sulla propria stagione, ha avuto il tempo di fare il punto della situazione e degli obiettivi futuri ai microfoni di Cyclingnews.

“Riguardando ai miei tre anni alla BMC, mi sono divertito. È una squadra fantastica, quindi la fine in Cina, è la fine di questo capitolo, penso” è stato il suo primo pensiero. Il rammarico più grande è quello di non essere più riuscito ad essere protagonista al Tour de France dopo l’incoraggiante quinto posto del 2016: “Romandia, Down Under, Svizzera, sono belle gare da vincere, le corse a tappe di una settimana sono andate bene, ma ovviamente sarebbe stato bello aver fatto bene a luglio“.

Inoltre, l’aver dovuto abbandonare la Grande Boucle a causa di gravi cadute, ha peggiorato ulteriormente l’aspetto psicologico: “L’incidente dell’anno scorso – aggiunge – non voglio mentire, mi ha sconvolto molto. Le persone fanno in fretta a criticare seduti in poltrona, ma quando ci ripenso so di aver subito un incidente piuttosto orribile che ho avuto da fuori. Sono felice di poter salire ancora in bicicletta”. L’incidente di quest’anno è stato invece meno spettacolare, ma altrettanto difficile da superare: “Ero nel posto sbagliato al momento sbagliato. Avevamo lo stesso gruppo di corridori del Giro di Svizzera e ci siamo divertiti, quindi sono sicuro che il Tour sarebbe andato bene”.

Il tasmaniano, che dall’anno prossimo correrà con la maglia della Trek-Segafredo, non ha però perso la motivazione e spera di poter coronare il sogno di vincere il Tour de France: “Se andiamo a guardare, Cadel Evans ha vinto il Tour a 34 anni. Nulla è impossibile” aggiunge, ma confessa di ispirarsi anche ad altri suoi amici del gruppo: “Non guardo solo a Cadel, ma anche a due dei miei migliori amici, Geraint Thomas e Rohan Dennis, che hanno sempre avuto sfortuna in un modo o nell’altro, e poi hanno vinto rispettivamente il Tour e il Mondiale a crono”.

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